Foto cover Trans Madeira

Marcello Vaglia e Marco Mendini ne hanno combinata un’altra delle loro! I due nostri amici enduristi giramondo sono infatti volati a Madeira, alla scoperta dei leggendari sentieri della Trans Madeira, mitica gara di enduro che si tiene due volte all’anno sull’isola portoghese.

Com’è andata e che tipo di esperienza hanno portato a casa i due biker? L’avventura, durata dal 15 al 22 febbraio 2024, ha visto ai nastri di partenza anche il sottoscritto (Riccardo Tempo, direttore di bicimtbebike.com).

In un altro post vi ho già parlato degli itinerari in sella alla mia bici da corsa e della quotidianità della nostra vita (“Madeira in bici: alla scoperta di una meravigliosa isola“), mentre qui ci concentreremo esclusivamente sui giri in mtb di Marco e Marcello.

Da dx: Marco Mendini, Marcello Vaglia e Riccardo Tempo

Rispetto alle cinque tappe dell’evento, il duo ha percorso solo una parte della traccia originale, lasciando sfogo alla propria fantasia in diverse occasioni. Da parte loro vanno i più sinceri complimenti allo staff della Trans Madeira, sia per l’incredibile lavoro di trail building svolto negli anni sia per aver creato qualcosa di unico e incredibile nel suo genere.

Sulle tracce della 4a tappa – Trans Madeira giorno 1

Avendo alloggiato inizialmente nei pressi di Calheta, i primi due giorni sono stati dedicati ai trail della 4a e 5a tappa, i più vicini al nostro appartamento. Nelle giornate successive ci siamo spostati nel capoluogo Funchal, da cui saremo partiti per le altre frazioni.

Focalizzandoci sul primo giorno, la coppia di enduristi è andata alla scoperta dei sentieri della quarta tappa, restandone folgorata sin dal primo istante. Un grazie speciale a Marcello Vaglia per questo racconto.

L’inizio è stato subito scoppiettante e i trail della zona di Prazeres, vicino a Calheta, ci hanno pienamente convinto. La giornata prevedeva due furgonate e circa 1.000 metri di dislivello positivo. A causa di un devastante incendio di qualche anno fa, buona parte della vegetazione della zona è bruciata, creando quindi un panorama piuttosto particolare.

Eravamo infatti su un altipiano in parte verde per la ricrescita di erba e alberi e in parte arido, con strade gravel da un lato e i sentieri da enduro dall’altro, che parevano sbucare dal nulla. Sentieri che, essendo in terra rossa, sono a loro volta particolari.

I bravissimi trail builder locali hanno sfruttato questa scarsa pendenza collinare per realizzare trail di colore blu e rosso, molto flow, lunghissimi e divertenti, che vanno dalla cima di questa dorsale fino all’inizio delle scogliere, a ridosso dell’oceano. Ciò accade in particolare nella zona di Farol da Ponta do Pargo.

Noi siamo partiti da Negras e Pargos, due PS concatenate. La prima, una blu, è molto semplice con linee veloci e lievemente scassata, mentre la seconda è una rossa. A metà di Pargos siamo risaliti verso Catripo, una PS con drittoni veloci in alto e poi salti, drop e strutture lavorate immerse più in basso tra i boschi di eucalipto. Per darvi un’idea, Catripo misura 3,1 km per 442 metri di dislivello negativo. Alla quarta PS, Pombos, è toccata la chiusura della mattinata.

Da qui abbiamo raggiunto Farol da Ponta do Pargo tramite asfalto, restando ammaliati dalle pazzesche scogliere a picco sul mare e respirando la salubre aria oceanica. Dopo una piacevole pausa pranzo a base di bolo do caco e caffè cortado, Riccardo ci ha furgonati nuovamente a Galhano, location della partenza, da cui abbiamo scovato due linee molto “croccanti”: la Blackline e la Redline di Prazeres.

Sulla prima c’era un inizio killer, estremamente ripido, con la vegetazione che aveva completamente chiuso il sentiero sopra le nostre teste in certi tratti, non lasciando dunque passare la luce. È stato come pedalare in un tunnel umidiccio, col terreno viscido e pieno di pietre. Il finale, un po’ più flow, presenta invece punti più lavorati. La seconda è più facile, veloce e lavorata, su terra rossa compatta.

Scesi verso il mare, ci siamo persi per evitare una breve galleria e… ci siamo ritrovati a ridosso del giardino di un’anziana signora, la quale ci ha regalato un delizioso mango e altra frutta tropicale. Giunti a Praia da Calheta, abbiamo beccato un tramonto pazzesco, chiudendo la fatica quotidiana con una pucciatina nell’acqua tiepida dell’Atlantico!

Sulle tracce della 5a tappa – Trans Madeira giorno 2

Se la prima giornata è stata stupenda, pure la seconda non è stata da meno! Immergiamoci allora nella narrazione di Marcello Vaglia, riguardante la scoperta dei sentieri della quinta tappa della manifestazione lusitana.

È incredibile pensare agli atleti i quali, dopo quattro tappe intense, debbano ancora affrontare 3.000 metri di dislivello negativo, due furgonate, 4 PS di mattina e altre 2 nel pomeriggio! Per noi invece era solo la seconda fatica e mai avremmo pensato di riuscire ad arrivare sino alla quinta giornata.

Tornando a noi, siamo partiti da Fonte di Bispo, a poche centinaia di metri dallo start del giorno prima. Dopo un breve transfer pedalato, si inizia subito con la prima discesa e Marco, su quest’ultima, ha detto che se avessimo lasciato cadere una biglia, questa sarebbe giunta in fondo senza problemi, vista la perfezione delle pendenze e la manutenzione ottimale del fondo.

Da Fox Trail, fatto a metà, siamo risaliti a Formiga, finendo a un certo punto nel nulla. Ritrovata la strada, abbiamo chiuso la mattinata con Patrica e Lombardinha, due PS lunghe, belle lavorate e impegnative. La parte bassa di entrambe era piena di curve e sponde molto pronunciate, alternate a tratti velocissimi.

Giunti a Ponta do Pargo, abbiamo fatto una sosta e da lì Riccardo ci ha portati ai trail pomeridiani, due PS concatenate. Irinha, la prima, è più naturale in alto e lavorata mentre Atouguia, la seconda, è velocissima, piena di salti doppi e immersa completamente nella foresta. Un meraviglioso tramonto ci ha regalato una degna conclusione.

Sulle tracce della 1a tappa – Trans Madeira giorno 3

La terza giornata ha visto i due compagni di mille avventure sulle tracce della prima frazione della Trans Madeira. Ciò ha coinciso con il nostro spostamento a Funchal. Andiamo a leggere le parole di Marcello Vaglia.

È stata la prima delle tre tappe da cui siamo partiti dal Pico do Areeiro, la terza vetta più alta dell’isola. Il primo trail, in cui abbiamo unito una discesa di 3,3 km a un’altra di 1,3 km, è stato pazzesco! All’inizio poco pendente con tante curvette e controcurvette, diventa poi più divertente e ritmato, con tante sponde e saltini. Si risale quindi su asfalto e si giunge sui sentieri della zona di Poiso.

Qui abbiamo percorso Kambota, breve e piuttosto tecnico, al termine di cui siamo risaliti su pendenze verticali un po’ assassine. La fatica si è immediatamente trasformata in piacere grazie ai due successivi trail concatenati. Il primo, 4 Estradas, è un sentiero rosso di 2,4 km con una parte iniziale flow e poco pendente e una seconda più ritmata da curve e controcurve, che finisce direttamente nell’altra PS.

Quest’ultima, Prados, è una verde costruita tra i prati e la boscaglia, è velocissima e misura 1,5 km. Terminata, siamo sbucati su una lunghissima levada, uno di quei tanti canali d’irrigazione realizzati dagli abitanti locali nei boschi.

Raggiunto dopo un po’ il campo da golf, ci siamo buttati per un trail eccezionale, Hole in One, lungo circa 3 km per 440 metri di dislivello negativo, che ci ha portati fino al mare di Machico. Tra le PS più belle di tutta la vacanza, l’abbiamo percorsa addirittura due volte! La prima parte è un tripudio di drop, saltini e curvoni veloci, mentre la seconda consiste in un single track molto tecnico intervallato da pietroni, che spezzano il ritmo tra una sezione e l’altra. Molto vario, ricorda qualche sentiero della Liguria.

Come bonus, abbiamo aggiunto una pistarella di 300 metri in mezzo ai boschi, con dei bei panettoni e doppietti da saltare, da cui siamo giunti direttamente all’oceano. Terminata la pausa pranzo, Riccardo ci ha furgonato in direzione Funduras da cui, in mezzo a felci dalle gigantesche foglie, abbiamo preso il sentiero per la mitica Boca do Risco. Trail un po’ difficile da raggiungere, è divertentissimo e regala panorami da favola.

Da lì ci sono diverse varianti per ricongiungersi al fondovalle e noi abbiamo scelto quella della gara, lunga 2,2 km. Siamo poi risaliti pedalando fino al Pico do Facho, da dove parte il bellissimo Natal Trail a picco sul mare. Molto tecnico e gradevole, presenta qualche strappetto killer in salita.

Giunti in fondo, Riccardo ci ha furgonato un’ultima volta, lasciandoci all’imbocco della durissima ascesa che porta alla PS di Cabra Morta, una discesa veloce e varia. Ormai al buio siamo rientrati a Machico, un po’ stravolti ma super gasati!

Sulle tracce della 3a tappa – Trans Madeira giorno 4

È stato un giorno da leggenda, come pochi altri nella loro carriera! L’infinita terza frazione della Trans Madeira ha regalato emozioni uniche ai due biker, come ci sta per spiegare Marcello Vaglia.

Sin dall’inizio pensavamo alla terza tappa come a uno spauracchio ma, al contempo, non vedevamo l’ora di viverla in prima persona. Con oltre 2.000 metri di dislivello positivo, parte dal Pico do Areeiro e arriva a São Vicente, cittadina nel nord dell’isola. Partiti su asfalto, una sterrata ci ha poi portato al Pico do Cedro, da cui inizia una PS molto naturale e piuttosto scassata lungo la cresta.

Concatenata a questa, parte Buxo, un trail rosso di 3,5 km per 650 metri di dislivello negativo, tecnico in partenza e poi più veloce quando si entra nelle foreste di eucalipto. Braccia distrutte, freni in crisi, ma tanto spettacolo! A quel punto si risale su asfalto verso nord fino a una specie di alberghetto, da dove parte un trasferimento in discesa, estremamente ripido e tutto a tornantini.

Giunti a Curral das Freiras, abbiamo pranzato e con nostra sorpresa ammirato un panorama fantastico. Lì è pieno di castagni, tratto distintivo della zona. Ripartiti, siamo subito risaliti da un’ascesa a dir poco tossica, portando le mtb a spalla nella porzione sterrata. È certamente il pezzo più duro di tutta la Trans Madeira, ma lo spettacolo della natura è unico!

Finita la salita, abbiamo incrociato il Caminho Real da Encumeada da cui, dopo diversi km in discesa, abbiamo raggiunto un’altra vallata in seguito ad alcune peripezie. Da lì parte un trail piatto lungo una levada, che poi entra in una stretta galleria scavata nella montagna della lunghezza di qualche centinaio di metri.

Sbucati nel nulla tra felci e cascate d’acqua, dopo un po’ abbiamo affrontato una seconda galleria, ancor più stretta e angusta rispetto all’altra. Ricordatevi le luci, qui il buio è totale! Arrivati in un posto super wild, abbiamo imboccato il trail Rosario, un sentiero di terra nera battuta tra i più divertenti dell’intera nostra esperienza.

Esaltati come non mai, abbiamo percorso l’ultima salita (300 metri d+) un po’ più alla leggera, prima di beccare l’ultima PS, una nera. Questa Ginjas è la pista da DH dei campionati locali e noi l’abbiamo affrontata al buio, cercando di seguire la linea da enduro. L’arrivo a São Vicente ha concluso questa giornata epica.

Sulle tracce della 2a tappa – Trans Madeira giorno 5

Chi meglio di Marco può narrarci quest’ultima giornata? Mentre io e Marcello abbiamo staccato per un giorno, visitando un po’ l’isola, il Menda aveva invece già girato in quell’occasione su una parte dei sentieri della seconda frazione.

Poi, assieme a Marcy, li ha ripercorsi anche lungo la raidata finale, aggiungendo qualche pezzo della prima tappa. La parola passa dunque a Marco Mendini.

Il day 2 della Trans Madeira presenta un consistente sviluppo, prevedendo prima una serie di trail concatenati nella zona di Poiso e Montado do Pereiro e poi un’altra sequenza di PS concatenate fino a Porto da Cruz. Da qui, dopo aver già percorso circa 35 km e 1.000 metri di dislivello positivo, si risale tramite shuttle fino a 2,5/3 km dalla vetta del Pico do Areeiro, da cui si scende fino a Funchal.

Entrando nel dettaglio, da Montado do Pereiro (location della partenza) si risale fino a Poiso, prima off-road e poi su asfalto. Da qui parte Mushrooms, un trail lavorato nel sottobosco di pini con pietre e radici, spesso umido e bagnato. Abbastanza veloce e non troppo difficile nella prima parte, se si esclude qualche passaggio su roccia, diventa più ripido e tecnico nella seconda, quando entra in una sorta di faggeta.

Quest’ultima dispone di un terreno asciutto, con qualche foglia in più e un fondo maggiormente morbido. In occasione del mio giro in solitaria, a questa PS ne ho concatenata una che presentava parecchia somiglianza proprio con il secondo tratto di Mushrooms, ben lavorata e con curve veloci.

Da qui, ho pedalato per circa 1 km su una strada forestale prima di raggiungere l’asfalto a Poiso e procedere per circa 500 metri verso il Pico do Areeiro. Entrato in una pineta, sono sbucato sul trail di Trutas dopo circa cinque minuti. Questo, pur non essendo particolarmente lungo, è molto fisico nonché roccioso e umido. Si trova in un bosco di pini e si affrontano anche passaggi nel ruscello.

Finito Trutas, si risale su asfalto fino a Poiso e da lì si imbocca RatBoy, denominato così in onore del biker inglese Josh Bryceland. È una PS abbastanza facile, non molto veloce, su terreno umido e argilloso, con qualche radice, alcune sponde e pochi passaggi tecnici. Attraverso una forestale molto ripida che poi diventa sterrata, si riprende prima l’asfalto e poi il sentiero 4 Estradas, da cui si raggiunge la PS di Cabras.

Quest’ultima è insieme tecnica e veloce, molto enduristica, tra le più interessanti di Madeira. Conclusa Cabras, si torna su strada forestale, prima di iniziare l’ultimo trail della prima parte di giornata. Questo è davvero lungo, naturale, con tanta pietra e spesso umido e bagnato. Estremamente tecnico, parte dalla zona montana di Poiso, arrivando fino al mare di Porto da Cruz.

Da qui il transfer è lungo e prevede la ripartenza dal Pico do Areeiro dove, dopo un po’ di forestale, si giunge finalmente all’off-road. Ho percorso questo tratto assieme a Marcello durante l’ultima giornata e concludere la nostra avventura con un trail iconico quale Santo Antonio è stato incredibile.

Non solo posso inserirlo tra i più belli della Trans Madeira, ma addirittura tra i migliori della mia vita! Il panorama visibile dalla partenza è pazzesco, con le montagne da un lato e l’oceano dall’altro. In più c’era un tappeto di nuvole sotto i nostri piedi, un’immagine splendida ed emozionante. Il sentiero inizia fuori dal bosco, intorno ai 1.300/1.400 metri, su una linea perfetta, ben lavorata e molto pulita.

È un trail guidato, senza passaggi particolarmente tecnici, con qualche pietra che dà la possibilità di tenere il ritmo. Si entra poi nel bosco di eucalipti, dove c’è una spettacolare serie di curve in sequenza per una durata complessiva di circa dieci minuti. Alla fine si torna sul dritto e la velocità diventa molto alta.

Terminata la PS, abbiamo imboccato un collegamento su asfalto, grazie a cui siamo giunti direttamente a Funchal. Due fresche birrette davanti al mare e una squisita cena tipica hanno concluso questa indimenticabile vacanza!

Per saperne di più su questa leggendaria gara dedicata alle mountain bike da enduro, vi rimandiamo al sito web trans-madeira.com.

Un pensiero su “Alla scoperta dei trail della Trans Madeira con Vaglia e Mendini”

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