Panorama con vista sul mare da Finale Ligure

“Finale Outdoor Region” è una zona spettacolare, dai panorami unici e dai sentieri incredibilmente amati dai biker di tutto il mondo. Nella giornata di domenica 11 dicembre 2022, i nostri Marcello Vaglia e Davide Marzorati aka MarzoRider hanno provato per noi alcuni dei più importanti trail delle zone di Orco Feglino, Finale Ligure e Verezzi.

Trovare il sole e un terreno in condizioni perfette in pieno dicembre è possibile solo in Liguria e certamente la zona di Finale è una mecca per gli enduristi anche durante la stagione più “fredda”. Quali trail hanno testato i nostri biker e quali considerazioni ne hanno tratto? Partiamo innanzitutto dal loro itinerario e poi andiamo a scoprire il loro parere sulle varie prove speciali.

Enduro in inverno “Finale Outdoor Region”: l’itinerario di Marci e MarzoRider

  • Pino Morto
  • Neanderthal
  • Little Champery
  • Pino Morto
  • Cromagnon
  • Dolmen
  • Bondi
  • (Terra di Mezzo)
  • X-Men
  • (Caprazoppa)
  • Rollercoaster
  • Kill Bill 1
  • Madonna della Guardia

Il sole e le temperature miti hanno aiutato molto i nostri due biker, che sono riusciti a percorrere numerosi trail in condizioni ottimali. Io ho dato loro una piccola mano, scarrozzandoli in auto da una parte all’altra della zona poiché, altrimenti, non sarebbe stato possibile realizzare un simile itinerario, tenendo conto delle poche ore di luce a disposizione.

Dopo un inizio scoppiettante dalle parti di Orco Feglino, ci siamo trasferiti a San Bernardino per affrontare il trail Dolmen. Quindi, nei pressi dello spettacolare borgo di Verezzi (considerato tra “I Borghi più belli d’Italia”), Marci e Marzo hanno perso un po’ la traccia, finendo per errore sul sentiero chiuso di Caprazoppa, dopo essere scesi prima da Bondi e poi da X-Men, con un intermezzo in salita su Terra di Mezzo.

Infine, nella zona del Din, hanno realizzato il trittico Rollercoaster – Kill Bill 1 – Madonna della Guardia, prima di concludere con una fresca birretta in un locale di Finale Ligure in piazza Vittorio Emanuele II, la base logistica dell’organizzazione dell’EWS (Enduro World Series).

È stata una giornata spettacolare, piena di emozioni e di adrenalina, come solo l’enduro e una zona del calibro di Finale Ligure e dintorni sanno regalare. Che cosa posso dire ancora? Dai… lascio la parola ai ragazzi e ai loro pareri presi a caldo subito dopo avere percorso le varie PS!

Pino Morto: rocce, tecnica e velocità

Pino Morto, sentiero nr. 392 della “Finale Outdoor Region”, è uno storico trail della zona di Feglino, caratterizzato da terreno roccioso e tecnico in cui si può comunque fare velocità. Conosciuto anche con il nome di Legnaia, questo percorso parte dalla sterrata Campogrande – San Rocco. Lunghezza: 0,8 km. Dislivello in discesa: 157 metri.

Davide Marzorati: Definirei Pino Morto come un trail flow perché con la velocità giusta e con la giusta attitudine il flow salta fuori e il percorso è veramente ritmato. Alterna qualche appoggio con ripidi di rocce fisse tipiche della Liguria. Il trail è super divertente e riesce a coniugare velocità con pezzi tecnici, dove puoi far galleggiare la mtb su questi sassi fissi a terra. Ci sono tante linee e quindi, se fatta un po’ alla cieca, risulta difficile scegliere la linea giusta… ma, se fatta qualche volta in più, diviene più facile trovare la linea migliore e allora si può aprire molto di più il gas e cercare il tempo nel caso in cui il biker ami la velocità. Se invece dovesse piacere di più raidare e andare a cercare tratti più lenti ma più divertenti, hai la possibilità di farlo proprio grazie alla moltitudine di linee presenti. La traccia è abbastanza lunga per far sì che, anche scendendo forte, uno abbia il tempo di godersi il percorso.

Neanderthal: un classico dell’EWS

Neanderthal, trail nr. 397 della “Finale Outdoor Region”, è uno storico sentiero di Feglino, spesso percorso come PS durante l’Enduro World Series. Dopo un inizio flow e una breve salita, si giunge al tratto tecnico e più roccioso. Cinque tornanti ripidi, dopo un traverso, concludono il tracciato sulla Strada della Cava. Lunghezza: 1,5 km. Dislivello in discesa: 182 metri.

Little Champery: una discesa tecnica

Little Champery, indicato con il nr. 406, è un trail piuttosto veloce, roccioso, con parti ripide e tecniche. Considerato fra i sentieri di maggiore difficoltà, presenta quattro curve strette, ripide ed esposte verso la fine della parte centrale, mentre il finale è roccioso e termina a Feglino. Lunghezza: 1,7 km. Dislivello in discesa: 269 metri.

Davide Marzorati: Per la seconda volta nella mia vita ho affrontato Little Champery, la prima con la bici da downhill e questa con quella da enduro. Fra saltini, tornanti e derapate, la posso definire come un piccolo parcogiochi, al punto che avevo il sorriso stampato sulle labbra durante la discesa. Verso il basso abbiamo effettuato una piccola deviazione verso un trail diverso e qui abbiamo trovato un percorso molto più tecnico, con tornanti pendenti e roccia viva, sicuramente molto più lento e difficoltoso. Terminata questa parte, siamo rientrati nel finale della PS di Little Champery. In sostanza, posso definire questo trail come uno dei miei preferiti in assoluto nel finalese sia per la velocità sia per la guidabilità sia per il divertimento in sé.

Cromagnon: una speciale dura con il passaggio sotto la roccia

Cromagnon, costruito nel 2016 e indicato con il nr. 398, esordì proprio in quella stagione come PS all’EWS. Famoso per le sue linee strette, ripide e imprevedibili, questo trail è noto soprattutto per il suo mitico passaggio sotto la roccia prima di una sponda a destra. Lunghezza: 0,9 km. Dislivello in discesa: 129 metri.

Dolmen: il trail classico di San Bernardino

Dolmen è il sentiero classico di San Bernardino, più volte inserito nell’EWS di Finale Ligure. Trail estremamente tecnico, presenta tratti di roccia ripidi e stretti ed è tra i più famosi in assoluto nel mondo enduro. Il suo numero è il 51. Lunghezza: 1,9 km. Dislivello in discesa: 211 metri.

Marcello Vaglia: Dolmen, uno dei trail più antichi del finalese, parte tranquillo con un paio di rettilinei molto divertenti e facili e con una discesa piuttosto dolce. Nessuno quindi si aspetterebbe di trovare il massacro di lì a poco. Un sacco di sassi, tornantini stretti, passaggi dove arrivi bello veloce e devi scavalcare pietre su pietre e altri tornantini che si buttano giù a metà curva nel nulla e si collegano un po’ fantasiosamente tra di loro, ne rappresentano il succo della parte centrale e dimostrano il fantastico lavoro dei trail builder su ciò che la natura ha messo loro a disposizione. La parte finale è molto divertente e particolare, con lunghi dritti dalla lieve pendenza e tantissime pietre, che fanno lavorare un sacco il rider e le sospensioni.

Bondi, Terra di Mezzo, X-Men e Caprazoppa: tanto divertimento e… qualche errore

Bondi (nr. 211) è uno dei sentieri più completi del finalese, tecnico, roccioso, veloce e con un po’ di salita al suo interno. Lunghezza: 3,6 km. Dislivello in discesa: 253 metri. Terra di Mezzo (nr. 218) è un labirinto di curve, saliscendi e rocce, perfetto per il cross country. Lunghezza: 1,1 km. Dislivello in discesa: 62 metri. X-Men (nr. 214) garantisce un grip perfetto grazie alla terra rossa ed è immerso in passaggi tra i muri a secco. Lunghezza: 2,3 km. Dislivello in discesa: 227 metri. Caprazoppa (nr. 213) è attualmente chiuso per frana ed è il trail che lanciò Finale come meta del cross country nell’ottobre del 1997, quando l’olimpionica Paola Pezzo tagliò vincente il traguardo posto a Finalborgo. Lunghezza: 1,6 km. Dislivello in discesa: 256 metri.

Marcello Vaglia: Qui siamo nella zona di Verezzi, precisamente in cima alla montagna, da cui si vede un panorama sensazionale. Purtroppo, però, i sentieri sono veramente tanti e si mescolano tra di loro, essendo anche una zona adatta al trekking e non soltanto alla mountain bike. La cartellonistica per l’enduro è scarsa e i GPS non ci hanno aiutato a realizzare il nostro piano originale, secondo cui avremmo voluto percorrere prima Bondi e poi X-Men, concludendo quindi la discesa a Finale Ligure. Invece che cosa abbiamo combinato? Abbiamo preso Bondi Trail ma, dopo poco, abbiamo sbagliato, percorrendo in salita Terra di Mezzo. Dopo metà della PS in salita, ci siamo resi conto dell’errore e siamo tornati indietro, rimettendo le ruote su Bondi. Da lì abbiamo quindi raggiunto X-Men ma, dopo un po’ e senza capire come, ci siamo ritrovati sul sentiero di Caprazoppa. A quel punto abbiamo percorso quest’ultimo e siamo comunque arrivati a Finale. Le PS erano in ottime condizioni, pulite e divertentissime. Semplici e flow nella parte alta, erano invece molto più tecniche e impegnative nella parte bassa.

Rollercoaster: una leggenda lunga più di 7 km

Rollercoaster (nr. 171) è il trail simbolo dell’area di Melogno, utilizzato nel 2019 come prima prova speciale al Trofeo delle Nazioni. Lungo circa 7.200 metri, presenta un mix di velocità, tecnico, flow, salti, panorami mozzafiato e adrenalina pura. Lunghezza: 7,2 km. Dislivello in discesa: 654 metri.

Marcello Vaglia: Ormai all’imbrunire siamo saliti in cima al Din, dove abbiamo trovato qualche furgone che portava su gli ultimi enduristi della giornata. Non percorrevo da tanto la Rollercoaster, precisamente dall’ultima EWS e da allora hanno creato un sacco di passaggi nuovi. La parte alta, molto divertente, è super flow e tenuta benissimo. Nella parte conclusiva, anche se non mi sentivo pienamente in forma, abbiamo mollato i freni e ci siamo divertiti come pazzi.

Kill Bill 1: un trail spettacolare

Situato sul versante di Calice Ligure, il trail Kill Bill 1 parte dalla Chiesa della Madonna della Guardia ed è caratterizzato da tratti in contropendenza e curve strette. Da qui ci si può collegare facilmente al sentiero di Madonna della Guardia. Il suo numero è il 253. Lunghezza: 1 km. Dislivello in discesa: 193 m.

Marcello Vaglia: Dalla fine di Rollercoaster siamo risaliti fino alla chiesetta della Madonna della Guardia e da qui abbiamo cominciato la PS di Kill Bill 1. Perfetta, spettacolare e in condizioni decisamente epiche, è stata migliorata tantissimo negli ultimi anni. Nella parte alta il sentiero è un po’ più largo, più spondato, più veloce, c’è qualche saltino in più e le linee sono maggiormente definite. Forse si perde qualcosa di quell’enduro più scapestrato, più stretto che c’era all’inizio, però è egualmente bellissimo. Ero così felice che la sensazione di stanchezza che avevo prima di affrontare Rollercoaster, ormai era svanita. Anche il sole però se n’era andato quasi del tutto, ma siamo riusciti a goderci lo stesso queste ultime discese.

Madonna della Guardia: un concentrato di tecnica e velocità

Madonna della Guardia, trail nr. 251, è un percorso molto veloce e tecnico, la cui partenza avviene dalla strada sterrata in comune con Kill Bill 1 e Cacciatore. Subito il sentiero diviene ripido e roccioso, mantenendo un alto livello tecnico. Il finale si raccorda con un’altra sterrata. Lunghezza: 0,5 km. Dislivello in discesa: 76 metri.

Marcello Vaglia: Madonna della Guardia è stato l’ultimo trail di giornata. Qui abbiamo trovato un tracciato tecnico, largo e veloce con pietre fisse e placche di roccia che hanno fatto lavorare molto bene le sospensioni e le braccia fino alla fine. Abbiamo mollato i freni e poi… abbiamo concluso la giornata con una spettacolare IPA a Finale Ligure!

Vi è piaciuto il racconto dei nostri Marci e Marzo? Quali sono i vostri trail preferiti di Finale Ligure e dintorni? Un grazie speciale, da parte dello staff di BiciMtbEbike.com, a Marcello Vaglia e Davide Marzorati, quest’ultimo gradito ospite per la prima volta sulle pagine del nostro sito. Di Marcello avrete invece già sentito parlare, in particolare per il nostro incredibile viaggio in Uzbekistan e per il più recente tour in Francia.

Qui trovate tutti i trail da enduro del finalese. Per maggiori info, visitate invece il sito Finale Outdoor Region.

2 pensiero su “FINALE OUTDOOR REGION in inverno: enduro da sballo”

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