Foto cover del post sulla VAM

Che cos’è la VAM nel ciclismo? VAM, acronimo di Velocità Ascensionale Media, è il dislivello in salita che un ciclista può teoricamente coprire in un’ora. Si calcola in m/h e, pur non rappresentando un dato oggettivo come il wattaggio, è pur sempre un valore interessante da scoprire.

Andiamo innanzitutto a vedere come si calcoli la VAM per poi passare ai record ottenuti dai ciclisti professionisti riguardo a questo particolare parametro.

Come si calcola la VAM?

La VAM, o Velocità Ascensionale Media, si calcola in questo modo:

  • Dislivello della salita diviso il numero di minuti impiegati per scalarla
  • Risultato ottenuto moltiplicato per 60 (ovvero il nr. di minuti in un’ora)

Facciamo un semplice esempio riguardante la salita di Bormio 2000, affrontata dai corridori al Giro d’Italia nel 2004 e molto amata dagli amatori che si allenano nei dintorni della cittadina valtellinese. Mettiamo di percorrere i 713 metri di dislivello della salita in 45 minuti. Quale VAM verrà fuori?

Dividiamo innanzitutto i 713 metri di dislivello con i 45 minuti impiegati per scalare la salita e il risultato è 15,84. Moltiplichiamo dunque quest’ultimo valore per 60 e la VAM ottenuta sarà di 950,4.

Cunego a Bormio 2000 al Giro 2004
Damiano Cunego sul traguardo di Bormio 2000 durante il Giro 2004

La VAM è certamente un valore interessante, ma da valutare di volta in volta in base ad alcuni aspetti. I ciclisti professionisti di solito affrontano queste salite all’interno dei Grandi Giri, solitamente dopo lunghe tappe e magari dopo 15/20 giorni di gara. Se invece affrontassero la medesima salita in allenamento al top della condizione senza avere effettuato durante la giornata o i giorni precedenti particolari sforzi, verrebbe fuori un dato completamente diverso.

Inoltre possiamo considerare la VAM abbastanza affidabile su salite regolari e non su quelle in cui per esempio vi siano lunghi tratti di falsopiano alternati a tratti di vera ascesa.

VAM ciclismo in salita: i record

Essendo la VAM influenzata grandemente da lunghezza e pendenza di quella determinata salita, è utile mettere a confronto solo ascese di una certa lunghezza. Per esempio, su una salita di 2 km con una certa pendenza si potranno ottenere VAM nettamente migliori rispetto a una salita di 15 km con la medesima pendenza.

Prendendo dunque solo in considerazione salite di una certa lunghezza e premettendo che non sempre i dati dichiarati sul dislivello siano giusti al 100%, questa dovrebbe essere una classifica parziale riguardante i record di VAM ottenuti nei Grandi Giri:

  • 1.907 Carlos Sastre – Laghi di Covadonga, Vuelta 2005
  • 1.900 Roberto Heras – Covatilla, Vuelta 2002
  • 1.891 Denis Menchov, Roberto Heras, Gilberto Simoni – Laghi di Covadonga, Vuelta 2005
  • 1.880 Roberto Heras – Sierra de la Pandera, Vuelta 2002
  • 1.875 Roberto Heras – Alto de Angliru, Vuelta 2002
  • 1.860 Leonardo Piepoli – Santuario della Madonna della Guardia, Giro 2007
  • 1.850 Gilberto Simoni, Leonardo Piepoli – Zoncolan, Giro 2007
  • 1.840 Domenico Pozzovivo – Passo Fedaia (Marmolada), Giro 2008
  • 1.836 Riccardo Riccò – Passo Fedaia (Marmolada), Giro 2008
  • 1.820 Ivan Basso – Colle San Carlo, Giro 2006
Carlos Sastre
Carlos Sastre in azione

Considerando una salita un po’ più breve, l’americano Chris Horner fece registrare una VAM di 2.034 sulla salita di Peña Cabarga alla Vuelta 2013, concludendola in 16’40”. In ogni caso, oltre a lunghezza e pendenza, bisogna tenere conto anche delle condizioni climatiche, su tutte vento a favore o contrario.

E Marco Pantani? Come può non comparire in questa classifica il più forte scalatore della storia del ciclismo, uno che – con tutto il rispetto per i due spagnoli – si sarebbe mangiato a colazione sia Heras sia Sastre? Come già detto, queste classifiche rappresentano di più un motivo di curiosità che una verità assoluta e incontrovertibile. In ogni caso, il Pirata raggiunse una VAM di circa 1.820 sull’Alpe d’Huez nel 1995, valore sfiorato anche nel 1997 sempre sull’ascesa francese.

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